Anche tu puoi aiutare gli Oceani, attiva il Plastic Radar con Whatsapp

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Attiva il tuo Plastic Radar!

L’iniziativa per segnalare i rifiuti di plastica in mare

Quante volte avrai visto rifiuti di plastica in giro, magari nei posti cui sei più affezionato o nei luoghi di vacanza? Noi vogliamo sapere non solo qual è la tipologia di rifiuto di plastica che più comunemente rovina l’ambiente (e le nostre vacanze), ma anche a quali marchi appartengono questi rifiuti. Per questo oggi lanciamo il nostro “Plastic Radar”, il servizio per segnalare la presenza di rifiuti in plastica sulle spiagge, sui fondali o che galleggiano sulla superficie dei mari italiani. 

 

È possibile partecipare inviando le segnalazioni su Whatsapp

al numero +39 342 3711267.

 

 

 Attraverso il sito plasticradar.greenpeace.it sarà infatti possibile consultare i risultati e scoprire quali sono le tipologie di imballaggi più comuni nei mari italiani, a quali categorie merceologiche appartengono, se sono in plastica usa e getta o multiuso e da quali mari italiani arriva il maggior numero di segnalazioni.

 

 

Articolo tratto da 

Ecco in sintesi i sette principi essenziali dell'Ocean Litteracy da tenere a mente per capire quanto il nostro benessere sia dipendente da quello del mare
di Tosca Ballerini

 

Ogni anno l'8 di giugno si celebra la Giornata mondiale degli Oceani per ricordare a tutti il loro ruolo fondamentale nella vita quotidiana. Numerosi eventi sono organizzati in vari paesi per informare il pubblico dell'impatto delle azioni umane sui mari e sviluppare un movimento mondiale di cittadini per la loro gestione sostenibile. L'edizione 2018 è dedicata a fornire informazioni sull'inquinamento da plastica e le possibili soluzioni.

Nel 2017 la Commissione Oceanografica Intergovernativa dell'Unesco ha pubblicato il manuale Ocean Literacy for All - A toolkit dove sono riportati i cosiddetti "sette principi dell'Ocean Literacy", ovvero le informazioni minime che tutti dovrebbero conoscere. Secondo Francesca Santoro, autrice principale del documento, "purtroppo, nonostante il ruolo fondamentale dell'oceano e dei mari per il nostro pianeta, è ancora scarsa la conoscenza che ne abbiamo. Ecco perché i sette principi dell'Ocean Literacy sono uno strumento importante per la promozione di una maggiore diffusione di elementi fondamentali che riguardano il mare e i suoi processi, e possono essere considerati come l'ABC della 

 

conoscenza del mare".

In Italia, nonostante la presenza di numerose attività legate all'economia del mare e la storia strettamente correlata alla posizione centrale nel Mediterraneo, secondo l'esperta dell'Unesco "manca ancora una vera e propria cultura dell'oceano". Opinione condivisa da Franco Borgogno, presidente di Ocean Literacy Italia, un'associazione costituita da ricercatori, giornalisti e educatori fondata all'inizio del 2018 con lo scopo di promuovere, adattare e sviluppare i principi dell'Ocean Literacy al contesto geografico e culturale Italiano. "Generalmente, si pensa che il mare sia bello, rilassante, pieno di fascino... In realtà il mare è molto di più: è letteralmente fondamentale per la nostra esistenza, lo sarebbe anche se vivessimo per sempre in cima a una montagna e non mangiassimo mai pesce", spiega Borgogno. "L'Ocean Literacy ci aiuta a comprendere, in maniera molto semplice e multidisciplinare, tutto questo: dal mare dipendiamo completamente e sul mare incidiamo pesantemente con i nostri comportamenti. Esserne consapevoli è il primo passo per occuparcene con cura e incamminarsi sulla strada che ci porterà alla soluzione di molti problemi".

Mare agitato e onde alte caratterizzano le acque freddissime che circondano l'Antartide. Fotografia di Maria Stenzel.


Ma quali sono i sette principi dell'Ocean Literacy?

1 - La Terra ha un grande oceano con molte caratteristiche. I bacini oceanici (Atlantico, Pacifico, Artico, Meridionale e Indiano) sono interconnessi e permettono ad acqua, nutrienti e organismi di spostarsi dall'uno all'altro. La circolazione oceanica è una specie di nastro trasportatore per il calore e l'energia sulla Terra, ed è un elemento chiave del sistema climatico. Oltre il 70% della superficie terrestre è coperta da acqua, di cui più del 96% si trova negli oceani. L'acqua di mare è salata e congela a una temperatura inferiore all'acqua dolce, è più densa e ha più conduttività elettrica. Sebbene l'oceano sia grande, non è infinito e le sue risorse sono limitate.

2 - L'oceano e gli organismi marini determinano le caratteristiche della Terra. Cambiamenti del livello del mare, azioni delle onde e delle maree e attività tettoniche hanno influenzato la formazione delle zone costiere del mondo e la struttura geologica di colline e montagne. Le cime delle Dolomiti italiane, ad esempio, sono costituite da resti di un'antica barriera corallina e rappresentano un record fossile di un antico mare tropicale. Non tutte le influenze dell'oceano avvengono nell'arco di ere geologiche. Con l'attuale innalzamento del livello del mare, si possono osservare cambiamenti relativamente rapidi nei piccoli stati insulari e nelle comunità costiere di tutto il mondo.

3 - L'oceano svolge un ruolo chiave nella regolazione del clima e del tempo meteorologico. L'oceano scambia continuamente anidride carbonica con l'atmosfera, ma ogni anno ne immagazzina più di quanta ne rilasci. Agisce dunque da "pozzo per la CO2" e sta svolgendo un ruolo importante nella rimozione della CO2 "extra" immessa in atmosfera dalla combustione delle fonti fossili. Tramite le correnti l'oceano assorbe, immagazzina e trasferisce calore. Nonostante questo ruolo chiave nel sistema climatico globale, per molti anni i processi oceanici sono stati relativamente assenti dalle discussioni sul cambiamento climatico. Per fortuna le cose stanno cambiando e nel 2019 il Gruppo intergovernativo di esperti sul cambiamento climatico (IPCC) pubblicherà una relazione speciale su cambiamenti climatici, oceano e criosfera.

4 - L'oceano ha reso la Terra abitabile. Le prime forme di vita sulla Terra molto probabilmente hanno avuto origine nel mare, quando l'atmosfera terrestre era ricoperta da gas densi che bloccavano gran parte dell'influenza del sole e non c'era ossigeno nell'aria. Questi primi microrganismi erano forse simili a quelli che oggi vivono presso le sorgenti idrotermali oceaniche, capaci di produrre energia senza la fotosintesi. Circa 2,4 miliardi di anni fa questi primi microrganismi svilupparono la capacità di fare la fotosintesi e immisero in atmosfera enormi quantità di ossigeno che hanno permesso lo sviluppo di forme di vita complesse, inclusa la nostra.

5 - L'oceano sostiene una grande diversità di vita e di ecosistemi. Pianure abissali, regioni polari, barriere coralline, mangrovie, foreste di alghe e coste sabbiose sono solo alcuni dei numerosi e diversi ecosistemi che si trovano nell'oceano. La maggior parte dei principali gruppi di organismi viventi che esistono sulla Terra si trova esclusivamente nell'oceano e la diversità dei principali gruppi è molto più alta nell'oceano che sulla terra. Sviluppo costiero, cambiamenti climatici, specie invasive, overfishing, inquinamento chimico e da plastica rappresentano gravi pericoli per le specie marine, molte delle quali rischiano l'estinzione a causa del sommarsi di queste minacce.

6 - L'oceano e l'uomo sono inestricabilmente interconnessi. La salute e il benessere del genere umano dipendono dai servizi ecosistemici, cioè i processi attraverso i quali l'ambiente produce aria pulita, acqua, cibo e materiali. L'oceano fornisce i mezzi di sostentamento a oltre tre miliardi di persone ed è una fonte di organismi che forniscono nuovi farmaci e nuovi prodotti da utilizzare nelle biotecnologie. Secondo il rapporto del WWF Reviving the Ocean Economy: The case for action-2015, l'oceano ha un valore di almeno 24.000 miliardi dollari, e i beni e servizi degli ambienti costieri e marini ammontano a circa 2.500 miliardi di dollari ogni anno. In termini di prodotto interno lordo, l'oceano sarebbe la settima economia più grande del mondo.

7 - L'oceano è in gran parte inesplorato. L'uomo ha iniziato a esplorare e conoscere l'oceano sin dall'età della pietra. Già 75.000 anni fa le conchiglie di organismi marini erano usate per costruire collane e la tomba di un faraone egizio reca un avvertimento contro il consumo di pesce palla velenoso. Nonostante le sue dimensioni e la sua importanza, solo meno del 10% dell'oceano è stato esplorato e la mappa dei fondi oceanici è meno dettagliata delle mappe di Luna, Marte o Venere. Fortunatamente nuove tecnologie, sensori e strumenti stanno espandendo la nostra capacità di esplorare e comprendere l'oceano e i suoi processi.

Impegnata a tutto tondo nella diffusione dell'Ocean Literacy, sia attraverso documenti tecnici, incontri con industriali e finanzieri, apparizioni in programmi televisivi per i giovani, Francesca Santoro spiega che "per fare in modo che si possano pianificare meglio gli usi dello spazio marino, che si possano promuovere i principi dello sviluppo sostenibile ed anche un'economia del mare, o economia blu, che rispetti le regole della natura, è fondamentale che tutti, cittadini, imprenditori, politici, siano più consapevoli di quelle che sono sia le opportunità ma anche i rischi e i pericoli che minacciano la salute dell'oceano".